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 È UN GATTO AGRESSIVO?

Il bengala non è un gatto aggressivo è un gatto normale che, se cresciuto con amore e affetto, diventa coccolone come qualsiasi gatto. Dopo la quinta o successive generazioni con l’incrocio tra il gatto leopardo asiatico (il suo predecessore) e il gatto domestico, la razza bengala è una razza riconosciuta e di conseguenza appartiene alla categoria di gatto domestico. Sono passate molte generazioni e il gatto bengala odierno ha un carattere affettuoso, socievole, curioso e giocherellone. Il bengala ha proprio bisogno di sentire il suo padrone molto vicino.

  HA BISOGNO DI CURE PARTICOLARI?

Le cure più importanti sono vaccinarli regolarmente, desparassitarli (soprattutto d’estate), evitare cibo di scarsa qualità e variare l’alimentazione in base alla loro età/condizione (cibo per cuccioli oppure per gatti sterilizzati se lo sono). Possiamo solo dire che il gatto bengala a volte è un po delicato d’intestino per cui consigliamo di prendere precauzioni quando cambiate cibo e farlo gradualmente. Se dovesse andare in diarrea cronica portatelo dal veterinario per eseguire degli esami accurati delle feci e scartare parassiti intestinali. Se è soltanto un problema normale d’intestino lo yogurt bianco senza zuccheri con bifidus e cibo secco speciale per problemi gastrointestinali per qualche giorno dovrebbe risolvere il problema, sentite prima pero sempre il veterinario di fiducia.

In tutti i casi il gatto bengala è molto facile da mantenere non ha bisogno di cure speciali. È un gatto di pelo corto e quindi ci pensano loro a pulirsi tutti i giorni. Se volete potete fargli il bagno ogni tanto ovviamente senza esagerare.

Non perdono molto pelo, soltanto quando inizia il caldo (da aprile/maggio a luglio) perche fanno la muta. In quel periodo potete procurarvi un pettine speciale per gatti di pelo corto che troverete nei negozi d’animali e passarglielo più spesso. Occhio! Evitate la zona del viso e orecchie.

  PUO VIVERE IN APPARTAMENTO?

Certamente. Il bengala cresce e vive in appartamento senza problemi. Se volete potete creargli qualche spazio in più o angolino per mettere un tiragraffi (piccolo o grande a seconda dello spazio disponibile) dove poter arrampicarsi. Altrimenti basterà mettergli a disposizione una cuccia, una lettiera e il suo cibo (ricordatevi di mettere sempre lettiera e cibo ben separati, se possibile in stanze diverse). Se avete un balcone potete procurarvi una rete apposita per gatti (sono quasi invisibili e costano poco) per evitare cadute. Potrebbero saltare tentando di cacciare qualche insetto o uccellino.

Se avete tempo e siete curiosi di vedere cosa succede potete prendere un guinzaglio o pettorina per portarlo a fare un giro al parco o una zona sempre tranquilla, il gatto bengala di solito interagisce bene e qualche passeggiata se la fa volentieri.

Consigliamo di mettergli il guinzaglio 15 minuti prima di uscire in casa cosi s’abitua al suo nuovo compagno di viaggio.

 POSSONO RIMANERE LIBERI SENZA SUPERVISIONE?

Il bengala è un gatto curioso e gli piace andare all’avventura, scoprire posti e nuove “prede”. Vi consigliamo di non lasciarlo da solo in un giardino o zona da dove potrebbe scappare, la loro bellezza potrebbe attirare l’attenzione di qualche persona “malintenzionata”, ma soprattutto c’è rischio che vada a finire in una strada dove passano le macchine. Meglio non rischiare. Potete sempre chiudere un pezzo di giardino con le reti apposite per gatti, sono quasi invisibili, costano poco e il vostro bengalino potrà godersi un po’ di sole e aria fresca.

 ANDRA’ D’ACCORDO CON ALTRI GATTI/ANIMALI?

Il gatto bengala è molto socievole. Ama giocare ed essere in compagnia per cui non ha problemi di adattamento con altri animali. Tutto dipende dalle precauzioni che prendiamo noi e dal animale/animali con cui deve convivere:

Se ci sono altri gatti dopo qualche giorno (3/7 giorni) dovrebbero andare d’accordo, a volte anche meno! Soprattutto se il bengala arriva da cucciolo. Il periodo di adattamento sarà un pò più lungo tra maschi interi non castrati adulti, prendete precauzioni soprattutto se ci sono altre femmine “in gioco”.

Con i cani le tempistiche sono più lunghe ma ci vuole solo un po più di pazienza, dai 10 a 20 giorni. Prima il bengalino appena arrivato deve sentirsi sicuro nella nuova casa. Poi iniziate ad introdurre il vostro cane progressivamente, a momenti e più avanti per qualche ora finche vedete che stanno tranquilli tutti e due. Ricordatevi di essere sempre presenti in questo processo per evitare imprevisti.

Se avete tanti cani e gatti è meglio non introdurre di colpo il bengalino, fatelo sempre con cautela e progressivamente. Vi aiuterà Feliway® che è l’analogo di sintesi dei feromoni facciali usati dai gatti per marcare il loro territorio e per sentirsi sicuri e tranquilli, lo trovate nei negozi di animali.

In linea di massima questi sono i passi da seguire per introdurre il nuovo arrivato: metterlo con il suo trasportino in una stanza da solo (possibilmente pulita previamente cosi da togliere l’odore degli altri animali) e lasciare che esplori in autonomia la nuova stanzetta. Vedrete che odorerà ovunque e andrà in “modalità tappeto” ovvero tutto schiacciato per terra!!! Fatto questo fategli trovare cibo e acqua sempre nella stanza con lettiera a parte. Passati 2 giorni cominciate a fare vedere il nuovo arrivato sempre con la supervisione vostra: se ringhiano e miagolano è normale, attenti però che non si attacchino. Pian piano mettete la ciotola del cibo vicino alla porta, sia del nuovo bengalino che del “vecchio” gatto cosi assoceranno la presenza dell’altro con una cosa piacevole qual’ è il cibo. Quando cominceranno a vedersi fisicamente più spesso ricordate di fare le coccole prima al vostro gatto poi al nuovo, cosi da fargli capire che non sono una minaccia. OVVIAMENTE questa NON è una scienza esatta, ma alcuni accorgimenti per introdurre il bengalino. Buon divertimento!!!

 VANNO D’ACCORDO CON I BAMBINI?

Il vostro bengalino si divertirà molto con i vostri bambini e viceversa, giocano e non sono troppo “invasivi”. Vi consigliamo solo di tagliare le unghiette del vostro bengala per evitare qualche piccolo graffio accidentale mentre giocano. Ovviamente all’inizio consigliamo sempre la supervisione specialmente se si hanno bambini piccoli, per evitare che in preda alla foga il bambino tiri la coda o stringa a sé il gattino in maniera tale che il bengalino lo veda come una minaccia e reagisca in modo tipicamente felino. Ricordiamo sempre che il gatto non è un giocattolo.

 PERCHE’ PAGARE UN GATTO?

  • Allevamenti e Allevatori

Subito una precisazione: non siamo un negozio e non siamo imprenditori.

Essere allevatori non è un business ma una PASSIONE per una determinata razza.

E’ questa passione che ci permette di andare avanti nonostante le difficoltà che si possano incontrare. Tutto in questo mondo ha un costo, purtroppo.

Però vi assicuriamo che l’emozione di vedere nascere i nostri leopardini, crescerli e darli a famiglie o persone che se lo meritano NON ha prezzo.

  • La selezione

“Che bel gatto! Sembra un leopardo” Questo è quello che tutti abbiamo detto o pensato quando, per la prima volta, abbiamo posato gli occhi sul Bengala.

Poi a seguire abbiamo visto le maculature o forse gli occhioni, la testa che ci piaceva… Un caso?!? Non del tutto. Quello che state vedendo è il risultato di un attento lavoro di selezione della razza, d’un lavoro di selezione sui suoi antenati che ci ha “portato via” tempo, energie e ovviamente denaro.

  •  Il costo dei riproduttori

Per iniziare un allevamento è necessario avere almeno uno stallone e una fattrice. Naturalmente, per partire col piede giusto, è doveroso ricercare gatti di prima qualità, discendenti da campioni, in perfetta salute.

Trovare una coppia adeguata può richiedere molto tempo (e denaro). Nel nostro caso per avere la nostra prima coppia (Cashmir e Crystal) abbiamo aspettato più di 6 mesi solo per sceglierli, poi altri 4 mesi per ritirarli

  • Il costo delle attrezzature

Un allevamento ha bisogno di: stanze disponibili per i maschi, di recinti, di gattaiole, ma anche di tiragraffi, cuccette, lettiere e ogni cosa serva alla convivenza dei gattini. Ovviamente niente di tutto ciò è gratis.

  • Il costo delle cure veterinarie

Un allevamento attento alla salute dei propri gatti prevede almeno un insieme di visite annuali a cui sottoponiamo tutti i nostri gatti : tra queste una visita generale, le vaccinazioni pentavalenti, i vaccini e i TEST per FIV/FeLV, ecografie… Se, malauguratamente, qualche gattino si ammala, le spese si innalzano a livelli inimmaginabili.

Tutto questo per noi ha un costo.

  • Il costo per un’alimentazione di qualità

Non si puo pretendere di avere gatti belli e sani alimentandoli con cibo economico, acquistato nel primo iper-discount che si incontra: questi risparmi monetari sono destinati a trasformarsi in spese veterinarie necessarie per curare disturbi e insufficienze causate a lungo andare da un’alimentazione di scarsa qualità.

L’alimentazione dei gatti richiede cibo specifico di qualità top di gamma, acquistabile solo presso i negozi specializzati a costi ben diversi da quelli sostenibili per le marche più economiche reperibili nei supermercati.

  • Il costo di ogni cucciolata

Ogni cucciolata è un’esperienza magnifica, ma non priva dei suoi “effetti collaterali”.

Innanzitutto, mamma gatta va monitorata con una ecografia/radiografia prima e subito dopo il parto per scongiurare l’insorgenza di eventuali infezioni post-parto.
Se la cucciolata e numerosa, il latte materno va integrato con latte artificiale per cuccioli (che costa quanto il latte in polvere ad uso umano!) da somministrare con apposito biberon a partire dai primi giorni di vita e per almeno 3 settimane, ogni 2-3 ore, notti incluse (e questo lo facciamo noi). I cuccioli vanno sverminati, vaccinati e, ancora una volta, per favorire al meglio lo sviluppo delle loro capacita digestive, vanno svezzati con cibo di primissima qualità e, a volte, aiutati con degli integratori che ne accompagnino la crescita.

Per tutto il tempo della lattazione, mamma gatta continuerà ad avere un fabbisogno energetico quotidiano in costante crescita, che tornerà ai suoi livelli abituali solo dopo il completo svezzamento dei cuccioli (qui il nostro veterinario ci fa vedere la sua nuova auto…).

  • EXPO

Le esposizioni sono una necessità per un allevatore che si occupi seriamente della sua razza perché, risultati e coccardine e trofei a parte, esse ci consentono di apprendere quello che stanno facendo gli altri appassionati ed, eventualmente, se stiamo facendo errori nel lavoro di selezione.

Spesso un allevatore si sposta per le esposizioni in giro per l’Italia e talvolta anche all’estero. Ogni esposizione costa: pedaggio, la benzina e tempo, iscrizione alla stessa e tante piccole cose.

  • La pubblicità

Servizi fotografici, riviste e siti internet specializzati non sono gratis.

  • Documenti ufficiali

Seppur irrisori rispetto alle altre voci, anche i costi per le denunce di nascita, le richieste di pedigree (una per cucciolo), la tassa annuale di iscrizione all’associazione d’appartenenza, la richiesta per l’affisso, entrano a far parte del bilancio finale di un allevamento.

  • Quando le cose non vanno

Infine, e vorremmo far presente come tutte queste spese possono aumentare a dismisura quando qualcosa va storto: un riproduttore/riproduttrice che si ammala, un’intolleranza che va controllata con cibo dietetico, un gatto ritirato improvvisamente dal programma, un’intera cucciolata che va assistita farmacologicamente e tante altre cose.

Riprendendo il discorso dell’inizio… uno potrebbe dire “nessuno ti ha obbligato a farlo”… questo è vero, ma come scrisse Georg Hegel:

“Niente di grande è stato fatto al mondo senza il contributo della passione”